Cos’è una “schizografia”? Il termine deriva da “schizo” (diviso, scisso) e “grafia” (scrittura, in questo caso immagine) e sta ad indicare una fotografia caratterizzata da un senso di indefinito , doppio, non a fuoco, sia tecnicamente che interpretativamente. Il progetto “schizografie” nasce quindi dall’impressione che spesso non sia facile riuscire a distinguere bene tra le forme con cui ci confrontiamo ogni giorno, dal non riuscire a definirle bene a causa della loro ambiguità o di una limitata capacità nell’osservare a fondo. Dall’idea si sviluppano poi queste fotografie che vorrebbero rappresentare appunto tutto l’indefinito che volenti o nolenti ci circonda e affrontiamo nel nostro quotidiano. Non riusciamo a capire da che parte stare, non vediamo bene i confini e non comprendiamo dove finiscono le certezze e dove iniziano i dubbi. Cosa scegliere? Più ci adoperiamo per capire più aumenta la confusione. Tutto è indefinito, senza bordi netti, le immagini non sono nitide e, pur mantenendo la loro forma, mutano come muta la nostra consapevolezza. Questa indeterminatezza provoca in noi un senso inconscio di disagio, di conflitto, di dubbio… e genera domande ed interrogativi: sapremo mai rispondere? Ma è poi così importante avere le risposte?